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Art]è


IL CASTELLO DI SAMMEZZANO E' QUASI SALVO
a cura della redazione
all'interno il video e una piccolissima cronistoria

Qui sotto un video molto bello del TG2:


Il Ministero dopo i tre emendamenti inoltrati alle rispettive commissioni per la cultura, da parlamentari e senatori e gruppi regionali, ha finalmente deciso di intervenire interessandosi della problematica.
In sostanza, l'impegno del Governo è valutare come possa intervenire nella vicenda del Castello di Leccio, località di Reggello(FI) in modo da garantirne per il futuro il pubblico accesso.
Il castello di proprietà privata è oggi all'asta, già per ben due volte, la prossima sarà a Gennaio/Febbraio2016. 
Dopo le varie petizioni ed emendamenti pare proprio che il Governo voglia intervenire nella trattativa utilizzando lo strumento della PRELAZIONE che prevede la Legge 42/2004(in realtà Testo Unico o Codice dei Beni culturali ed Ambientali, un decreto legislativo) anche se in possesso di privati.

Perchè questi post su Sammezzano.
Se fosse un edificio o un area senza un valore precipuo non avremmo mai pubblicato queste grida di aiuto. 
Invece lo è.
E ci danno la possibilità di capire come sia possibile che il Cittadino, intervenendo nelle sue prerogative e funzioni propositive costituzionali, possa creare i presupposti per l'acquisizione all'inventario dei Beni Culturali e Ambientali di Opere d'Arte, non riconosciute come tali. C'è ne sono tante in Italia fuori da quelli inventariati regionali.
Come però veniamo a sapere il Governo decide a metà: non ci sono soldi, quindi si impegnerà affinchè la fruizione dello stesso Castello sia fattibile stabilmente. Cosa significa?
Che l'asta si farà lo stesso e il proprietario uscente dovrà, giocoforza, adeguarsi ai pareri della Sovrintendenza Regionale, in quel caso Toscana.
Ma chi l'acquisterà allora? Un bel rebus!
Chi mai acquisterebbe un bene da 20 Milioni di Euro per non poterne sfruttare le potenzialità commerciali, considerato che è stato sino a 15 anni, epoca in cui è stato definitivamente chiuso, una specie di Resort? E comunque se non dietro indicazioni della Sovrintendenza sia per le opere di restauro che per la fruibilità- che significherebbe non pieno utilizzo del bene commerciale!
Staremo a vedere e seguiremo gli sviluppi.
Quello che sappiamo è che il Castello di Sammezzano ha notevoli indizi storici  e artistici: sul sito vi era sicuramente un Castrum Romano, Carlo Magno ci si fermò nel 780 su un nucleo Barbarico e ospitò Umberto I nel 1878; che Castello o magione o residenza, il Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes lo realizza tra il 1853 e il 1889 in piena rivoluzione di indipendenza italiana e in ossequio ad una matrice, quasi sempre dimenticata o coperta o addirittura nascosta se non sopita, ma presente fortemente in Italia, quella moresca, con lavorazioni  e materiali del luogo e artigianali locali. 
Ogni stanza è poi diversa una dall'altra, ve ne sono 365 come i giorni dell'anno.
Lo splendore delle colorazioni non è paragonabile a nessun altro edificio in Italia, quindi è un unicum nel suo genere, come vincolati dai piani Paesaggisti sono gli alberi e l'area annessa alla residenza. Che dire dell’immenso parco esterno se non di un’eclatante spiritualità vegetale che sprigiona da tutte le specie in esso contenute, 134. Specie esotiche arboree come sequoie americane, tuja, tasso, cipresso, pino, abete, palma, yucca, querce, aceri, cedro dell’Atlate, cedro del Libano, bagolaro, frassino, ginepro, acacia, tiglio. Sequoie con diametro superiore agli 8,5 metri, in numero di due/tre, pure vincolate fortemente dagli stessi piani.
"...Che immenso progetto dell’uomo per l’uomo ideale risorgimentale, ancora un po forse illuminista, dacchè da una stanza all’altra ne usciamo pervasi quasi fossimo passati per un rito dionisiaco romano, ebbri di vino e di pensieri, sogni, voluttà.
Di volta in volta subiamo le convessità e concavità, le parti in luce e quelle in ombra e come il passaggio quotidiano del giorno sembrano sbucare dal nulla invenzioni fantasiose e delicate armonie di luce sonora, a volte più alte a vole più basse di registro luministico, intente però a farsi ascoltare nella modularità congegnata. Il progetto della luce per la luce...." (n.c.)

SALVIAMO SAMMEZZANO E' AUTENTICA OPERA D'ARTE


ROMA: LA FONTANA DI TREVI TORNA A SPLENDERE
“La grande bellezza
a cura di Mura Roberta 3^ B ITE



La fontana di Trevi torna a splendere dopo 17 mesi di restauro finanziato dalla Maison Fendi.
Il lavoro è costato circa 2,18 milioni, cifra che non poteva essere sostenuta solamente dalla pubblica amministrazione. 
La cerimonia di riapertuta ha toccato l'interesse di molti turisti e residenti della magica città. Si, perchè Roma è una delle città più belle del mondo per tanti aspetti..per la sua storia, i suoi monumenti, le sue tradizioni che non possono fare a meno di farci innamorare di lei.
La Maison Fendi ora ha avviato un progetto di restyling di altre quattro fontane di Roma: fontana del Gianicolo, del Mosè,del Pincio e della Peschiera; “Fendi è Roma e Roma è Fendi” ha affermato la casa.
Nonostante 17 mesi di inattività della fontana, l'impalcatura molto innovativa per il restyling, ha permesso di effettuare il celebre “lancio della monetina” simbolo portafortuna da tempo.
Il monumento fu progettato da Nicola Salvi nel 1732. La sua antica storia è però collegata direttamente a quella dell'Acquedotto Vergine costruito da Marco Vispanio Agrippa nel 19 a.C., di cui costituisce la parte terminale visibile al pubblico.
Nel corso del tempo ha subito certamente varie trasformazioni.
La fontana di Trevi risplende di una nuova luce a led grazie a innovative tecnologie di trattamento (oltre 100 lampade a led); 10 lampade sono state posizionate sulle mensole della fontana e sulle conchiglie alle spalle della statua di Oceano, assicurando una nuova modalità di illuminazione che mette in risalto la struttura centrale del monumento. Altre 90 lampade installate all'interno della vasca e ai piedi della scogliera e delle statue laterali.
Sicuramente questo lavoro ha reso orgogliosi noi italiani, che nonostante tutti i lati negativi del paese, in tante cose siamo ancora i maestri..come in questo caso l'arte.
L'Italia è arte e dobbiamo farla conoscere, splendere anche con questi scenari mozzafiato, e allora si che tutto il resto è noia...!



FORME, COLORI, ARTE!
a cura di Brongo Fiorenzo 5^ L.S.
scritto il 05.11.15

Nei giorni correnti, nel cuore della frenetica città di Formia, nascosta dal caos del traffico ed il vocio delle genti
è inaspettatamente nato un segno di creatività del tutto nuova, di arte , una cura alla monotonia e al modo di vedere
il reale offertaci dal professor Claudio Carbone.

Quest'ultimo, con un'attenta osservazione della vita, della quotidianità e non solo, ha saputo unire tutti gli aspetti 
più diretti nella mostra ''Scene di vita''.
Opere di pittura che grazie alla semplicità di elementi geometrici,colori, sfumature, sanno portare alla mente dell'
osservatore scene mirate quali processioni, interrogazioni, voli di uccelli, scene di caccia, di lotta, di svago
di mercato, di danza.

Per rendere l'idea della bellezza e l'innovativo di queste opere cito un estratto della critica di Marcello Carlino,
noto critico d'arte del territorio:

''Si pensi ai pezzi di una scatola di costruzioni: figurine dai profili ben accennati fatte apposta per riunirsi in
soggetti più compiutamente antropomorfi...

La pittura di Carbone fabbrica di sua mano, e di colore, questi elementi; li usa per comporre le sue scene, con una tale
determinata costanza che il suo stile appare d'un subito riconoscibile.''

Bello pensare ai soggetti delle opere come ''figurine'', pedine costituite dall'incastro di forme immerse nel mare dello sfondo, molto spesso omogeneo.
I colori, ben accostati tra loro sono frutto di un'attenta scelta espositiva; in particolare il ''mare'' di sfondo, che abbraccia gli elementi dai profili ben distinti, è l'ultimo elemento che l'autore va ad aggiungere ai suoi dipinti, donando quel giusto incastro tra colori e forme.

Molto care a C. Carbone di tutta la composizione sono l'opera rappresentante una battuta di caccia per la bellezza e quella rappresentante una processione, che nella mente dell'artista è quella del ''corpus domini''.
Elemento particolare della vita del nostro pittore fu infatti un'infanzia dedita all'attività del ministrante, tempo in cui venne a contatto a scene crude, di morte, quali le benedizioni di salme
alla sola età di 5 anni.

L'opera che più ha colpito il mio occhio di reporter è ''prove di ballo'' una sinuosità, di posizioni assunte dalle figure stilizzate di un uomo e una donna. La figura ha evocato in me un senso di movimento,di passione frutto di sguardi intensi che vengono creati dalla mente.

La pittura di Claudio Carbone è perciò espressione di scene di vita, elementi concreti, diretti, trasparenti liberati dall'ambiguità e la torbidezza della quotidianità.

Uno sguardo vale più di mille parole.


Quell'enorme mucchio di polvere chiamato storia." Augustine Birrell


a cura di Bellettini Perluigi L.S.
a.s. 2014/15

Gaeta è cittadina di venticinquemila anime, bagnata dal Mar Tirreno. 
La zona è una bella e tranquilla meta turistica dove nei mesi estivi i turisti, 
soprattutto della Campania, si recano per godersi qualche mesetto di sole e 
mare pulito. La città nei mesi invernali, in bassa stagione, è spenta, quasi 
morta, raramente le persone passeggiano per strada preferendo il tepore delle 
proprie case. 
Tuttavia il paese è ricco di storia; affonda le proprie radici nel VIII a.C. quando 
venne fondato da una piccola comunità di allevatori e pescatori, la città per duemila anni ha vissuto periodi di splendore, decadenza e rinascita. 
Dopo la dominazione Romana e successivamente Bizantina, di cui abbiamo 
numerosi resti ancora oggi, la città ha vissuto il periodo di massimo splendore 
nell' 839, quando divenne autonoma. 
Costantino fu il primo Ipato di Gaeta, un titolo di origine bizantina che conferiva piena autorità politica, legislativa e amministrativa. La città crebbe dal punto di vista economico e militare, Gaeta vide l' emergere delle famiglie longobarde che proclamarono il Ducato, la più importante fu quella dei Caetani, una delle figure più illustri fu quella di Giovanni Caetani divenuto Papa con il nome di Gelasio II e nato a Gaeta nel 1060. Alla fine della dinastia Normanna durata dal 1064 al 1140 la roccaforte venne annessa al Regno di Sicilia.
Emblema della perfezione di Gaeta è la Cappella d' Oro, dove Papa Pio IX 
durante il suo esilio (In quel periodo la città divenne sede Pontificia) amava 
pregare e proprio qui istituì il dogma dell' Immacolata Concezione. 
In più di otto secoli la città ha acquisito un patrimonio artistico illimitato dal 
Romanico al Gotico per arrivare al Barocco. 
Purtroppo ci ostiniamo a lasciare questa meraviglia sepolto sotto la polvere del 
disinteresse, potrebbe infatti rappresentare un' occasione di prestigio e sviluppo economico per tutti. Questa incapacità di valorizzare i propri beni è comune a
molte realtà italiane ed è proprio da qui che bisogna partire per migliorare 
l' Italia. 


PER NON ARRENDERSI MAI        disegno e testo di Pellegrino Maja 3^ C ITE



Per non arrendersi mai

"Non ce la faccio"
è il blocco mentale 
che usiamo 
per convincerci 
ad arrenderci

a cura della redazione

Maja avvolge sempre più il corpo quasi a sconfessarlo.
Anche le gambe sembrano imbottite tanto da risultare solidi oggetti cilindrici.
Così che tutto il corpo risulta informemente rivestito e cui fa eccezione il volto 
con i grandi occhi neri a scrutare il buio, il vuoto. 
Quasi a dirci che ciò che è sotto di noi viene coperto sistematicamente invece che esposto.
"Non ce la faccio", è ciò che celiamo, è l'allegoria di ciò che noi siamo(chiusi all'esterno per paura) e non dovremmo essere(per vivere e relazionarci).
La paura è sintomatica in questa fase di crescita dove tutto è nuovo, tutto imprevedibile, tutto da conoscere e ri-conoscere.
All'inverso di Munch che elabora nuda e sfacciata la sua creatura in Pubertà(1894-95), già conscia del proprio corpo ma con occhi sgranati e fissi come quelli che ci mostra Maja nella sua piccola donna. Entrambe hanno paura del futuro, si arrendono all'evidenza del loro status giovanile ma nel contemplo mostrano di sapere e riflettere su di esso e quali vie intraprendere. Sono al bivio all'inizio della loro avventura di vita e dovranno scegliere con e senza paura. 


CHIESA DELLA SORRESCA A GAETA            a cura di Lollo Nunzia 5^ M ITE



               

Alla ricerca di Opere Artistiche  a Gaeta

Riferimento: WIKIPEDIA
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_della_Sorresca


LA CHIESA DELLA SORRESCA
da la Gazzetta degli Aurunci n. 12 del Dicembre 2015

La suggestiva location della chiesa della Sorresca, a Gaeta Medievale, ospita gli splendidi I Tesori dell'Annunziata fino al 6 gennaio 2016.
Un'iniziativa curata dall'lpab Santissima Annunziata di Gaeta e dal Comune di Gaeta con il Patrocinio della Regione Lazio. 
La mostra, riporta temporaneamente nella chiesa alcune opere 
pittoriche espressamente realizzate per il culto, tra cui una Madonna con bambino di Paolo De Matteis".
La chiesa rientra nella disponibilitа dell'IPAB SS. Annunziata e l'esposizione vuole mettere in luce sia il sito che una serie di tesori artistici di proprietа dell'ente, tra cui una serie di manufatti in argento realizzati tra i secoli XIII-XVIII. 
Punto di eccellenza è il candelabro del sec. XIV con fuga in Egitto, da poco restaurato grazie all'interessamento dell'Arcivescovo di Gaeta Mons. Fabio Bernardo D'Onorio ed esposto recentemente nella mostra 
"Sculture Preziose - Oreficeria sacra nel Lazio dal XIII al XVIII secolo", organizzata dai Musei Vaticani presso il braccio di Carlo Magno in San Pietro. 
Di particolare interesse artistico ulturale и la location prescelta, la chiesa della Sorresca la cui storia affonda nelle radici più profonde della comunitа gaetana. 
Gaeta è stata da sempre ricca di opifici di prodotti derivati dalla lavorazione del pescato, tra questi esisteva la sorra, ovvero la pancia 
del tonno in conserva sotto sale. 
In un laboratorio / magazzino di sorra, nel 1513, viene ritrovato un quadro della Madonna che da subito appare prodigioso. 
Avvengono una serie di miracoli e segni soprannaturali, tanto che si decide di trasformare il locale in luogo di culto. La trasformazione avviene nei primi decenni del secolo XVII edificando un luogo di culto ottagonale, recuperando spazio dal fitto incasato urbano fortificato della Gaeta Medievale. 
Le decorazioni barocche portano alla realizzazione di altari marmorei policromi, un pavimento in maioliche invetriate e tutta una serie di decorazioni per lo più pittoriche. 
Il miracoloso quadro della Madonna viene dotato nel 1694 di una riza in argento realizzata a Napoli (come si evince dai punzoni apposti). 


LA STREET ART A GAETA                       a cura di Lollo Nunzia  5^ M   ITE


Un primo video(clip di foto)  delle opere che artisti StreetArt  dipingono su qualsiasi superficie e che cambiando radicalmente e mutevolmente il paesaggio, già bello, della nostra Gaeta.


a cura della redazione

Gaeta si riempe sempre più, sempre più bella con queste innovative pitture murali, chiamate Street Art.
STREET ART, ovvero dall'inglese Arte di strada o arte urbana  è il nome che usualmente viene dato a queste nuove forme di rappresentazione artistica, le quali vengono realizzate arte entro le nostre città in luoghi pubblici e privati. Le tecniche che vengono usate sono le più disparate: bombolette spray, adesivi artistici, arte normografica, sculture e graffiti. 
La Street Art interessa prevalentemente  soggetti umani o animali accompagnati da slogan e si differenziano da artista ad artista
Infatti, oltre alle conoscenze, sensazioni e opinioni di un artista che pratica l'arte di strada riguardo alla specificità della stessa, ha comunque un punto di forza motivazionale che è personale, quindi variabile. Alcuni artisti la utilizzano come forma critica verso la depauperazione attuale delle città, altri come presupposto del superamento della proprietà privata, altri come forma di contestazione, anche politica, della società, altri per recuperare dei valori persi e la godibilità delle nostre stesse città, riprendendo quel discorso, tanto caro al rinascimento ma diverso nelle forme e nell'espressione, delle quinte prospettiche che i palazzi e le altre strutture edili trasmettono. 
La nostra città ne è proprio riempita ed ogni settimana appare qualche opera in più. La godibilità e la variabilità delle opere e degli artisti le aggiunge un maggior valore artistico, quel tocco in più di unicità.



UNA PICCOLA INTERVISTA “AL VOLO” NATA DA UNA FRASE DI AURORA TERRACCIANO SULLE “STATUE COPERTE” IN OCCASIONE DELLA VISITA DI ROUHANI IN ITALIA

Tutto è nato da un osservazione-commento ironico di Aurora:

<<...Si sono coperte le statue nude di Roma per non offendere il Presidente Iraniano Rouhani che ha invitato gli italiani in Iran promettendogli in cambio che coprirá i gay impiccati...>>


Riguardo a questa sua frase sono sovvenute delle domande alla stessa Aurora:

D- redazione
1) Pensi che sia stato annullata la nostra civiltà coprendo quelle statue?

R-Terracciano
Coprendo le statue non abbiamo annullato la nostra civiltà,ma è come se ci fossimo vergognati di alcuni suoi aspetti.

D-redazione
2) Perchè pensi che il valore di una civiltà sia misurabile in statue?

R-Terracciano
Quelle coperte non erano opere pornografiche, ma le massime espressioni artistiche della classicità greco-romana, che, ritenute ineguagliabili, sono state il modello della nostra civiltà artistica.

D-redazione
3) Quale comportamento ti saresti aspettata?

R-Terracciano
Mi sarei aspettata almeno una assunzione di responsabilità da parte di chi ha preso la decisione di coprire le statue.

D-redazione
4) Pensi che ci sia una specie di sudditanza verso i paesi che si ospitano o è solo colpa del cerimoniale che si adotta?

R-Terracciano
Per come è stata presentata la vicenda, ho avuto l'impressione che ci siamo umiliati davanti l’opsite Iraniano.

D-redazione
5) Allora l'arte ha un valore per il nostro paese. Precisamente quale secondo te?

R-Terracciano
Per me l'arte ha un valore fondamentale per il nostro paese, perchè rappresenta l'espressione visiva della nostra cultura, della nostra storia e quindi della nostra civiltà.

D-redazione
6) Per la verità oltre all'impiccagione c'è la lapidazione, appena appena re-introdotta per le donne, ma entrambe non possono generare incomprensioni tra paesi tra cui c'è scambio economico. Tecnicamente sarebbe sbagliato ritenere che ciò che noi facciamo sia giusto e ciò che fanno loro sia sbagliato? Non credi! E forse qui sta proprio il fatto che l'integrazione non si sta cementando sia in Italia che in Europa.

R-Terracciano
Noi non possiamo imporre agli altri popoli a casa loro la nostra civiltà. I nostri costumi, la nostra morale, discendono dalla tradizione greca, da quella romana e dal cristianesimo. In Italia però abbiamo tutto il diritto di pretendere che gli immigrati rispettino le nostre leggi e i nostri costumi, come fanno da secoli i nostri emigranti all'estero.

D-redazione
7) E non pensi che a tutto questo rumore ci sia addossato anche quello dell'immigrazione?(tendendo conto che l'Iran protegge Assad che di solito è visto come una nazista poco più da noi europei)

R-Terracciano
Certamente il contrasto emergente con la cultura islamica ha aumentato la sensibilità dell'opinione pubblica sull'episodio. Più che agli immigrati, penso che il tema sia quello del terrorismo dell'ISIS, che allarma molto i cittadini.

D-redazione
8)  Il fatto poi che non si sappia ancora chi è stato a dare quell'ordine da l'idea di che paese siamo, ovvero tutto e il contrario di tutto. Eppure un ministro(Tremonti) aveva detto <<con la cultura non si mangia>>, e pare che chi abbia agito lo abbia tradotto in maniera perfetta.

R-Terracciano
Ho già detto che mi sarei aspettata una autorevole assunzione di responsabilità da parte di qualcuno e comunque credo che le conseguenze della decisione di coprire le statue siano state molto sottovalutate.

D-redazione
9) Molti pensano <<umiliazione a suon di 17 Miliardi di Euro, non son pochi, quindi inutile barattare tre statue con 17 MLD>>, ti pare corretta una simil spiegazione?

R-Terracciano
Io credo che potevamo fare affari e evitare umiliazioni, magari organizzando l'incontro in una sede istituzionale priva di opere d'arte potenzialmente offensive della cultura dell'ospite.





TESORI SOMMERSI  a cura di La Rocca Arianna 3^ C ITE

Sul fondo del Mediterraneo si sono accumulati con il corso del tempo migliaia di relitti, in particolare lungo le rotte percorse da navi mercantili. Ogni nave colata a picco può contenere veri tesori sommersi e conservati in fondo al mare. Statue, oggetti di terracotta, ceramiche, gioielli, delle navi fenice, egiziane, romane, greche, tracce di storia che attraverso avvenimenti drammatici ci mostrano lo splendere del passato. Pensiamo alle grande  tragedia del Titanic inabissato e immortale nelle profondità marine… Tutti questi ritrovamenti che vengono portati alla luce, raccontano la storia di un continente che ancora oggi sembra cercare la sua identità. 
Parte dell’eredità culturale europea è sommersa negli abissi del mare e come possiamo coinvolgere tutti verso questo nuovo frammento di mondo artistico? 
Il direttorato generale Pesca e affari marittimi della Commissione Europea ha lanciato un progetto “Vie tematiche sull’eredità culturale subacquea” per promuovere un turismo sottomarino, storico e culturale. Questo tipo di esplorazione  può essere incentivata con nascita di “musei sottomarini”, realizzati lungo le coste di siti sommersi,  dove i reperti archeologici verrebbero  meglio conservati ed ammirati e studiati da tutti, oggi solo patrimonio di un ristretto gruppo di esploratori. Si potrebbero organizzare piccole escursioni o mini-crociere. Questa splendida iniziativa potrebbe portare risvolti   economici per il settore turistico, storico e culturale. 
Grazie a questo progetto noi europei potremmo riscoprire le nostre radici e far “riemergere” l’arte e la cultura che fino ad ora sono state oscurate e dimenticate.
Si può dire quindi, che il nostro mare è pieno di “vita” , pensiamo alla  “piccola Atlantide”, la lussuosa romana Baia nei golfi di Pozzuoli,  la corazzata Re d’Italia affondata nel 1866 nella battaglia di Lissa,  all’oro dei  galeoni spagnoli. Le città sommerse ci ricordano dei giorni in cui questo continente era un unico luogo pieno di 
cultura, al di là delle frontiere e delle diversità di lingua.

  

MARKETING TRA CULTURA&ARTE   a cura di Ricca Federica 4^M ITE 

Associare la parola "marketing" alla parola "arte" può sembrare un'utopia, ma ultimamente questi due mondi così diversi sembrano cercare il modo di incontrarsi. 
Il valore pedagogico e culturale del nostro patrimonio artistico, ha un alto valore economico che, se ben valorizzato, potrebbe essere considerato un'opportunità di crescita del nostro paese. 
L'Italia, un paese con migliaia di artisti e milioni di capolavori artistici, che produce arte in continuazione, con una storia culturale unica e invidiata dal mondo intero, necessita come non mai di sistemare questa offerta con un marketing programmato. 
Purtroppo il settore artistico non ha ancora dato il giusto riscontro all'impiego del marketing e i marketologhi non hanno fatto mai seri tentativi per dimostrare la necessità di una strategica integrazione tra arte e mercato. 
Alcuni studi dimostrano che la capacità di un paese di generare un'economia della cultura, non è legata alla quantità di un patrimonio presente su un territorio, bensì sulla qualità di investire, promuovere, organizzare e far conoscere il proprio patrimonio. 
Infatti disporre di un patrimonio vasto non è sufficiente per trarre opportunità di crescita. Legare cultura e turismo non è un errore a priori, perchè c'è una crescente domanda di turismo, quindi bisogna tener conto di questa richiesta e renderla sostenibile. 
E' però un errore legare cultura e turismo, quando mancano gli indirizzi, la progettualità, ma soprattutto le competenze. 
L'arte ha un valore inestimabile, certo non può essere mercificata, ma può darci un'opportunità di crescita.